Di aspetto è molto simile allo zenzero, anch’essa infatti è un rizoma e proviene da una pianta erbacea originaria dell’Indonesia e della Malaysia. Si coltiva molto anche in Cina, in India, nelle Filippine, a Taiwan, ad Haiti, in Giamaica e in Perù.
Il termine deriva dall’arabo “kourkoum” che letteralmente significa “zafferano” e proprio come quest’ultimo contiene una sostanza molto colorante, la curcumina, motivo per cui viene soprannominata “Zafferano delle Indie“, seppur decisamente più economica. Il colore non deve essere un criterio per stabilirne la qualità, esso infatti può variare molto in base al tipo di varietà, di cui se ne conoscono ad oggi oltre ottanta.
Nonostante venga utilizzata dalla medicina cinese e dall’ayurvedica per le sue ottime proprietà depurative, antinfiammatorie e cicatrizzanti, oltre che per curare dolori, coliche, tosse ed indigestioni, la curcuma va assunta in piccole dosi, sia perché basta la punta di un cucchiaino da caffè per produrre i propri effetti benefici, sia perché la curcumina, se assunta in eccesso, può irritare le mucose gastriche provocando nausea e disturbi intestinali.
Dunque prima di farvi prendere dalla moda del “latte dorato” (o “golden milk“) per colazione, consultate sempre il vostro medico.
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