La borragine: il maiale dei poveri

La borragine: il maiale dei poveri

La borragine (detta anche borrana, borracina, buglossa vera), è detta "maiale dei poveri" poichè si possono utilizzare tutte le parti della pianta , un po' come avviene con il suino.

Il linguaggio dei fiori assegna alla borragine il significato di impetuosità ma con carattere scontroso e arcigno, in riferimento ai peli rigidi che ricoprono le foglie. I pittori, in passato, utilizzavano i petali della borragine per preparare una tinta di coloro blu intenso con cui dipingevano il manto della Madonna nella raffigurazioni sacre.

Ha un sapore fresco ed erbaceo che ricorda un po' il cetriolo, si trova tutto l'anno ed è ricca di sali minerali soprattutto potassio, calcio, magnesio, ferro e selenio. Ha un buon concentrato di vitamina A e una elevata capacità antiossidante grazie all'acido rosmarinico. Ha proprietà diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie.

Può essere consumata sia cotta che cruda: le foglie crude possono essere consumate in insalata se tagliate a strisce sottili o mescolate a formaggi freschi come la ricotta se sminuzzate. Da cotte, le foglie si prestano per antipasti, zuppe, contorni ripieni per la pasta fresca e le torte salate. Foglie e picciolo fritti in pastella sono una vera e propria leccornia: durante la frittura, il picciolo si incurva e assume con la foglia la forma di un topolino. I fiori si usano per vivacizzare il colore dei risotti, pastasciutte, insalate, creme e torte. I frati erboristi consigliavano l'infuso di fiori secchi come efficace emolliente e rinfrescante.  I fiori infine possono anche essere congelati in cubetti di ghiaccio per aggiungere un tocco originale alle bibite.

Ha la fama di sollevare il morale, tanto che gli antichi Romani aggiungevano i fiori di borragine al vino come antidoto alla tristezza, Anche per i celti la parola borrach (uomo coraggioso) era legata all'usanza di mettere i fiori di borragine nei calici di vino per infondere coraggio ai guerrieri.

[Tratto da "Erbe Spontanee" di Lorenza Dadduzio, Carlo Mininni, Massimiliano Renna]

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